LA FUNE SPAZIALE
Oggi la fune ha vasto impiego no solo negli ski lift e negli ascensori condominiali, ma sono anche usati con la funzioni di tiranti nei ponti sospesi, in entrambi i casi i carichi a cui sono sottoposte le funi sono molto elevati tanto da dover usare acciai alto legati e aereonautici.
Una nuova visione futura del ruolo delle funi è stata mostrata per la prima volta da Arthur C. Clarke che nel suo romanzo "le fontane del Paradiso" pubblicato nel 1979 ha immaginato per la prima volta un ascensore spaziale, chiamato nel suo romanzo "l'elevatore celeste".
Il problema principale nella costruzione di questo ascensore, che potrebbe rivoluzionare i viaggi aereospaziali non solo per trasferire carichi e satelliti nello spazio, ma anche per collegare la terra alla luna, non è la creazione della capsula, ma la riprogettazione della fune.
Idealmente sarebbe necessario un tubo realizzato interamente in carbonio, il cosiddetto "nanotubo", questo nuovo materiale è 20 volte più resistente dei comuni acciai, tuttavia studi recenti hanno dimostrato che anche un solo atomo fuori della struttura reticolare comporterebbe la rotture catastrofica della fune. Il problema principale è il peso proprio del cavo che deve essere lungo almeno 351000 Km, ovvero la distanza Terra-Luna.
Nanotubo |
Sollecitazioni sulla fune |
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